18/08/2015
In risposta agli attacchi e alle bugie del Presidente dell’Associazione Comitato locale di Todi della CRI.

Dopo il breve intermezzo ferragostano ci vediamo costretti a parlare di nuovo dell’Associazione Comitato locale di Todi della CRI e del suo ineffabile Presidente che ha l’ardire di cimentarsi addirittura con la lingua latina, confondendola però con i “maccheroni” e rimediandoci subito la sua bella figuraccia con due grossolani errori.

Il Presidente Storti, forse troppo “gasato” dall’attuale incarico, con un’impudenza che non si addice ad un semplice affittuario di un immobile ma che è tipica, invece, di chi si sente “padrone” di ciò che gli è stato fin troppo benevolmente concesso ed anche di ciò che non gli appartiene affatto e di chi pretende, forse confidando in protezioni altolocate, che tutto il mondo che lo circonda sia al servizio degli interessi dell’Associazione di diritto privato che presiede e che, a suo dire, ogni giorno fa attività di volontariato rivolte ai più bisognosi e intanto però si dedica a scrivere comunicati contenenti affermazioni non corrispondenti al vero e al limite del decente.

Il Presidente Storti non ha riconsegnato il locale facente parte integrante della Residenza protetta, richiesto indietro dall’Ente proprietario, per la sua dichiarata volontà di non creare problemi a Veralli Cortesi e alla Residenza Protetta ( per essere credibile lo avrebbe dovuto fare appena scaduto il previsto preavviso di tre mesi, se non prima, ed invece si è espressamente rifiutato di farlo e senza diritto), ma lo ha fatto con ben 40 giorni di ritardo, solo quando si è reso conto che Veralli Cortesi non scherzava affatto ed anzi promuoveva l’azione giudiziaria di rilascio coattivo necessaria in casi simili e forse quando si è anche accorto che i suoi piagnistei e le sue protezioni non funzionavano più.

Non è vero che la Presidenza di Veralli Cortesi non ha preso in considerazione la richiesta di concessione in locazione di un magazzino adiacente il parcheggio degli automezzi CRI, anzi sulla richiesta in questione del 09.03.2015 è stata acquisita la relazione istruttoria tecnica del Responsabile del Servizio in data 19.03.2015 e la decisione del CdA nella seduta del 15.04.2015, che è stata comunicata al Presidente del Comitato tuderte con lettera prot. n. 739 del 17.04.2015, a firma proprio del Presidente Gentili, contenente le motivazioni della impossibilità della concessione in locazione a terzi del locale in questione, che peraltro sono analoghe a quelle per cui si è reso necessario richiedere la restituzione dell’altro locale facente parte della Residenza Protetta, la quale non può nemmeno essere ridimensionata per soddisfare le esigenze, vere o presunte che siano, di un’Associazione privata e del suo Presidente.

Il sig. Storti fa finta di non capire che l’utilizzo improprio e non consono dei locali vincolati alla Residenza Protetta, ivi compreso quello della grande sala soggiorno pranzo al piano terra, effettuato principalmente proprio dalla CRI Tuderte con il beneplacito della precedente Amministrazione, ha messo a rischio l’Accordo contrattuale con l’Azienda USL sin dall’inizio e poi anche l’Accreditamento istituzionale della Regione Umbria dell’importante struttura socio sanitaria con la conseguenza che, per soddisfare le esigenze logistiche della Croce Rossa di Todi, gli ospiti della struttura stessa e i loro familiari hanno seriamente corso il rischio di dover pagare una retta di ricovero giornaliera (fissata dalla Regione sin dal 2009) di € 87,20, pari esattamente al doppio di quella che effettivamente pagano di € 43,60, corrispondente mediamente a 1.326 euro mensili, in quanto con il convenzionamento e l’accreditamento l’altra metà della retta è corrisposta a Veralli Cortesi direttamente dal Servizio Sanitario Regionale tramite le Aziende sanitarie e i competenti Distretti socio-sanitari.

Ecco spiegato perché con deliberazione n. 9 dell’11.02.2015 il nuovo Consiglio di Amministrazione ha dovuto responsabilmente, anche se impopolarmente, adeguare gli inappropriati e incauti criteri per la concessione dell’uso del grande locale sala soggiorno pranzo del piano terra stabiliti a fine anno 2011 dal precedente CdA, sempre magnificato dal Presidente Storti perché con loro poteva fare il comodo suo, ai vincoli connessi alla destinazione del locale stesso agli usi socio assistenziali e sanitari della struttura residenziale.

Con la citata delibera è stato stabilito che tale grande locale “quando non è utilizzato per la sua destinazione principale, potrà essere anche concesso a terzi per l’utilizzo da parte di Associazioni di volontariato, Associazioni di promozione sociale (APS), Organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS), laiche o religiose e soggetti simili inseriti nel c.d. “terzo settore” o da parte di singoli privati volontari, tutti senza finalità di lucro (non profit), per l’organizzazione di attività e iniziative di natura assistenziale, ludico-ricreativa, culturale, relazionale e simili rivolte e destinate direttamente agli ospiti della Residenza Protetta e loro familiari o visitatori, ad integrazione di quelle contrattualmente svolte dal gestore dei servizi della Residenza medesima” e che “l'utilizzo dovrà essere consono allo stato dei luoghi ed effettuato in modo da evitare pregiudizi al servizio espletato nella struttura. L’utilizzo non potrà essere autorizzato e svolto dai terzi prima delle ore 8,00 e dopo le ore 19,30 (in orario solare) e 20,30 (in orario legale) e dovranno essere evitati rumori molesti o che comunque possano recare disturbo agli ospiti, in particolare dalle ore 13 alle ore 15”.

Ma questo genere di attività ed iniziative, evidentemente, non piace o non interessa al Presidente Storti che invece vorrebbe solo continuare ad utilizzare a buon mercato la grande sala per gli scopi privati più vari dell’Associazione che presiede, e per di più di notte per il fatto per loro è più funzionale e più comodo così, infischiandosene altamente dei rischi che la frequente apertura notturna del cancello dell’ingresso principale comporta in assenza del servizio di guardiania e degli altri fastidi inevitabilmente connessi in una struttura residenziale socio sanitaria che necessita, invece, di animazione diurna e di quiete notturna.

Il Presidente Gentili ricorda molto bene e con favore l’evento svoltosi il 21 giugno 2014 presso la struttura, solo che riguardava “La Festa Europea della Musica”, organizzata a Todi non dal sig. Storti ma dalla gent.ma dr.ssa Berlenghini, per conto dell’Associazione culturale “Centro Studi Carlo della Giacoma” di Todi, che vogliamo pubblicamente ringraziare, evento rinnovato anche il 21 giugno 2015 e proprio in favore e godimento diretto degli ospiti della Residenza Protetta.

Per quanto riguarda invece l’Associazione di promozione sociale Comitato locale di Todi della CRI, il Presidente Gentili deve ribadire che, durante il suo mandato, non gli risulta essere stato ancora realizzato da parte di tale Associazione alcun evento apposito in favore degli ospiti della struttura residenziale, aggiungendovi che non apprezza gli “espedienti” in cui è maestro l’attuale Presidente del Comitato, capace anche di contrabbandare manifestazioni proprie della CRI tuderte con finalità evidentemente diverse, come la cd. “Festa dei Borghi” (svoltasi il 15 giugno 2014 di domenica pomeriggio, se Gentili ricorda i fatti meglio dell’approssimativo organizzatore), in un evento dedicato e in favore degli ospiti di una struttura socio sanitaria per anziani non autosufficienti.

A proposito, poi, dello “stile” della CRI e del Comitato locale di cui si azzarda a parlare il Presidente del Comitato medesimo, qualcuno dovrebbe spiegare a tale campione di stile che le vere donazioni richiedono “l’animus donandi”, e cioè lo spirito di liberalità che caratterizza l’autore dell’atto, senza scambio alcuno e non possono divenire strumento per garantire altre “utilità” al donante, altrimenti l’atto diventa quello che più volgarmente si chiama baratto come, di fatto, dimostra di concepire le donazioni il sig. Storti, che assai poco elegantemente arriva anche a rinfacciarle, ma questo purtroppo è lo spessore del personaggio con cui abbiamo a che fare.

Nell’anno 2015 (e non nel 2014) il CdA Veralli Cortesi con atto n. 12 del 4 marzo 2015, in base ad una lettera con cui il Presidente del Vespa Club di Todi, sig. Perri, ha espresso la volontà di donare a Veralli Cortesi un sollevatore elettrico per disabili o anziani da mettere a disposizione della Residenza Protetta, ha deliberato di accettare tale donazione e di esprimere al Vespa club medesimo la gratitudine di Veralli Cortesi per il generoso atto di liberalità. Se poi il Presidente Storti è come il prezzemolo (che si intrufola dappertutto) e non esita ad intestarsi anche donazioni fatte da altri soggetti, riducendoli a semplici compartecipanti, questo è un altro discorso e comporta la necessità di una forte capacità di sopportazione in tutti coloro che entrano in contatto con tale soggetto.

Il Presidente Gentili ha più volte richiesto ai Responsabili amministrativo sanitario del gestore dei servizi della Residenza Protetta quali servizi e attività la Croce Rossa di Todi effettivamente svolgesse per gli ospiti della struttura ed ha sempre avuto la risposta che l’unico servizio svolto era quello del trasporto a pagamento degli ospiti per le visite ed esami diagnostici sanitari programmati, preteso addirittura in esclusiva salvo escandescenze in caso contrario, con la conseguenza che la collocazione della CRI tuderte all’interno del complesso di Cappuccini è stata o è diventata più un’occasione , per così dire, di “fatturato” per l’Associazione stessa che una risorsa, un valore aggiunto per la Residenza Protetta, senza considerare i gravi rischi che tale scelta, sbagliata sin dall’inizio, ha fatto e purtroppo continua ancora a far correre alla Residenza medesima dal punto di vista della sicurezza generale.

Le tariffe delle suddette prestazioni, che Storti definisce di volontariato, non sono però note in Veralli Cortesi, data l’assenza di convenzioni ed anche la scarsa propensione alla trasparenza da parte dell’Associazione, che pure dal contratto di locazione risulta beneficiaria di contributo pubblico del Comune (e quindi dei soldi dei contribuenti) per pagare il canone di locazione della sua sede.

A voler pensar male, viene anche il dubbio che la scomposta reazione del Presidente Storti possa anche essere dovuta al fatto che, avendo Veralli Cortesi reso noto, nel precedente comunicato, l’importo del canone di locazione e del rimborso delle utenze effettivamente pagati dal Comitato locale della CRI, il contributo o richiesto o concesso possa addirittura essere sovradimensionato. Del resto, se non andiamo errati, nell’anno 2012, a fronte di un canone contrattuale di locazione annuo di € 2.152,00 oltre gli insignificanti aggiornamenti Istat per i due locali allora condotti, ed un rimborso forfettario delle utenze pari ad € 800,00 e così per un totale di € 2.952,00 annui, risulta stranamente corrisposto a CRI-Comitato locale di Todi da parte del Comune di Todi un contributo di € 4.000,00 finanziato con fondi propri e quindi con i soldi dei contribuenti, secondo quanto riportato nell’Albo dei beneficiari di provvidenze economiche del Comune stesso relativo a quell’annualità. Per gli anni successivi il dato non è da noi conosciuto in quanto non l’abbiamo trovato nei relativi Albi pubblicati.

Apprendiamo infine di un recente incontro di Storti e del dr. Scura con il Sindaco di Todi per illustrargli le non meglio specificate esigenze logistiche della CRI tuderte e dell’impegno del Sindaco di trovare una soluzione al problema. Ci auguriamo che il Sindaco Rossini, che conosciamo come Amministratore avveduto, che sa ben distinguere l’interesse pubblico superiore di un eccellente struttura socio sanitaria quale è oggi la Residenza Protetta per anziani non autosufficienti e gli interessi di quella che è di recente invece divenuta un’associazione di diritto privato, sia pur con una storia pubblicistica importante alle spalle, abbia la volontà e la forza di correggere in modo definitivo il grave errore commesso da chi lo ha preceduto e supinamente non solo accettato ma anche aggravato a fine mandato dal precedente CdA di questo Ente, errore che, per quanto ci riguarda, abbiamo già provveduto da soli a correggere in gran parte e per quanto finora possibile, riconducendo nel rispetto dei vincoli e delle regole chi purtroppo era stato colpevolmente abituato a spadroneggiare ed imperversare all’interno della struttura residenziale protetta, sentendosi autorizzato persino a denominare pubblicamente in una locandina per una iniziativa di interesse esclusivo di CRI, la sala soggiorno pranzo della Residenza Protetta come “Salone delle Feste”, con grave danno di immagine alla Residenza stessa (forse perché questa delle feste, accanto quella di accendere le sirene anche quando non servono, dovrebbe essere l’attività principale di CRI tuderte secondo le intenzioni del suo attuale Presidente).

Resta, infatti, ancora irrisolto il problema dei rischi per la sicurezza complessiva della struttura residenziale collegati alle frequenti aperture notturne del grande cancello dell’unico ingresso al complesso, posto in fondo al viale, dovute essenzialmente al transito dei mezzi della CRI o delle auto dei suoi associati per lo svolgimento delle variegate attività esterne, specialmente estive, in base agli scopi statutari dell’Associazione o per esigenze interne dell’organizzazione medesima, che è quello di più difficile soluzione e che dimostra appunto che la scelta, fatta cinque anni fa, di collocare la sede della CRI di Todi dentro il complesso di Cappuccini non è così compatibile, come potrebbe sembrare dall’esterno, con le esigenze vere della struttura residenziale e che tale scelta se di certo ha risolto i problemi di allora del Comune di Todi, precedente locatore dei locali della sede di CRI, se tuttora è funzionale e adeguata per le esigenze e gli scopi di CRI, alla Residenza Protetta in realtà ha creato e continua tuttora a creare non pochi problemi e rischi nel sistema della sicurezza e protezione da intrusioni esterne indesiderate o da eventuali uscite di nascosto degli ospiti da quel cancello (che si apre automaticamente in uscita solo al passaggio degli automezzi e non delle singole persone) in assenza dei controlli svolti dal servizio di guardiania, previsto ed in funzione solo di giorno.

Confidiamo pertanto che quell’incontro in Comune produca a breve una soluzione definitiva del problema come sopra sottolineato, considerata la diversa rilevanza degli interessi in gioco.

Il Presidente Gentili