11/07/2015
Veralli Cortesi non sfratta la Croce Rossa di Todi ma tutela gli interessi superiori della Residenza Protetta.

La Croce Rossa Italiana di Todi non viene né sfrattata né costretta ad abbandonare la sede presso i locali del complesso edilizio di Cappuccini di proprietà della Veralli Cortesi.

Al Comitato locale della CRI, associazione di promozione sociale e non più soggetto pubblico, non è stata infatti inviata la disdetta del contratto di locazione ma, con lettera del 4 marzo 2015, è stato solo richiesto il rilascio di un locale (sui tre attualmente condotti in locazione), sito all’ingresso principale della Residenza Protetta e classificato in catasto alla cat. B/1 (ospizi), utilizzato dal conduttore per l’ufficio del Presidente e del Segretario del Comitato stesso, concessogli in locazione dal precedente CdA poco prima della scadenza del mandato con delibera del 24 marzo 2014 e con contratto del giorno successivo e decorrenza dal 1° aprile 2014.

Tale concessione è risultata impropria e non conforme alle regole e ai vincoli di destinazione dei locali delle strutture residenziali socio sanitarie e sta mettendo a rischio l’Accreditamento istituzionale della Residenza protetta rilasciato dalla Regione Umbria a novembre 2013 e il convenzionamento con l’Azienda USL. Il contratto, comunque, all’art. 2 contiene anche una clausola di rilascio immediato a richiesta dell’Ente con preavviso di tre mesi, a suo tempo accettata dall’attuale Presidente del Comitato con la firma del contratto medesimo.

Si è reso necessario attivare tale clausola sia per regolarizzare la situazione ed evitare rischi molto gravi al Servizio per eccellenza erogato da Veralli Cortesi sia per poter spostare nel locale in questione il deposito di presidi per la cura e l’assistenza degli ospiti del gestore dei servizi della Residenza collocato provvisoriamente presso il locale al piano terra dietro la Chiesa da sgomberare, a breve, per potervi effettuare i lavori di sistemazione necessari per collocare nel locale medesimo l’archivio riunificato dell’Ente in base al progetto definitivo-esecutivo dei lavori approvato dal CdA con delibera n. 8 dell’11.02.2015.

A fronte della richiesta di rilascio del locale in questione il Presidente del Comitato ha prima comunicato che non intendeva lasciare il locale e, decorsi i tre mesi dal ricevimento della lettera, convocato formalmente per la riconsegna del locale e delle chiavi, si è rifiutato di riconsegnarli, pur sussistendo, in base al citato art. 2 del contratto di locazione, tutto il diritto e le motivate ragioni per l'Ente di riavere il locale nella piena disponibilità per esigenze e nell’interesse superiore della Residenza Protetta e non risultando nemmeno disponibili altri locali di agevole e funzionale accessibilità per il soggetto gestore dei servizi della Residenza Protetta, presso i quali poter trasferire il deposito di presidi per la cura e l’assistenza degli ospiti.

La nuova amministrazione di Veralli Cortesi e il nuovo Presidente ritengono che l’interesse pubblico del buon funzionamento della Residenza protetta per anziani non autosufficienti e del rispetto delle regole e dei vincoli che disciplinano e limitano l’uso della medesima struttura sia superiore e preminente rispetto a qualsiasi esigenza di altri soggetti e che, indistintamente, tutti coloro che operano o conducono locali all’interno del complesso edilizio di Cappuccini a tali interessi, regole e vincoli devono adeguarsi e devono prestare osservanza a prescindere dall’attività che svolgono e anche se hanno modo di godere di appoggi più o meno potenti e variegati.

L’unico sfratto o abbandono ad oggi patito dalla CRI di Todi ci sembra, semmai, essere stato quello dell’anno 2010 dai locali in via Roma, al piano terra del palazzo ex Ente Comunale di Assistenza (ECA) allora oggetto di progetto di recupero, di proprietà del comune di Todi  e comunque ancora oggi desolatamente vuoti e inutilizzati, con la richiesta all’Ente Veralli Cortesi di mettere a disposizione due locali e di intestare la locazione direttamente a nome del Comitato locale della CRI, richiesta subito soddisfatta con la concessione degli stessi( però di cat. A/10 e cioè uffici) al Comitato per la durata di 6 anni dal 01-10-2010 al 30.09.2016.

Il Comitato locale della CRI risulta, tra l’altro, aver regolarmente ed efficacemente funzionato, soprattutto in gestione commissariale, anche godendo solo dei suddetti due locali ad uso ufficio, oltre l’uso in comune con gli uffici dell’Ente dei servizi igienici, per il periodo di tre anni e mezzo e precisamente dal 1° ottobre 2010 al 31 marzo 2014, e cioè anche senza detenere il terzo locale impropriamente e irregolarmente locato solo a fine mandato precedente ed ora motivatamente richiesto indietro.

Se il Presidente del Comitato dovesse persistere nel suo inspiegabile e ingiustificabile rifiuto di rilasciare il terzo locale, motivatamente richiesto indietro a norma di contratto, anche in data 22 luglio p.v. in cui è stato riconvocato definitivamente per la riconsegna dello stesso e delle relative chiavi, a seguito di una sua ultima lettera pervenuta improvvisamente il giorno prima della seduta del CdA dell’8 luglio e in cui si è dichiarato disponibile alla restituzione, questo Ente, non potendo agire d’autorità e considerate le urgenti motivazioni del rilascio, si vedrà addirittura costretta a dar corso all’avvio di apposita azione giudiziaria di rilascio del locale in questione proprio per tutelare gli interessi della Residenza protetta assolutamente preminenti sulle eventuali esigenze del Comitato tuderte di CRI ed, in particolare, del suo Presidente.

Il Presidente Gentili