25/01/2015
Modificati i criteri di applicazione dell’imposta patrimoniale sui terreni agricoli
L’ Amministrazione Veralli Cortesi prende atto con favore dell’avvenuta approvazione da parte del Governo e pubblicazione nella G.U. di ieri, del D.L. 24 gennaio 2015, n. 4, già in vigore e recante misure urgenti in materia di esenzione IMU, in quanto lo stesso consente a questo Ente pubblico erogatore di servizi socio sanitari un significativo risparmio di spesa prevista per l’anno 2015 ed anche per l’anno appena trascorso per il versamento dell’imposta IMU anche sui terreni agricoli , oltre quella già versata e da versare nel 2015 sui fabbricati e sulle aree edificabili. Ora i terreni,coltivati o meno, di proprietà di questo Ente, ubicati nel comune di Todi (ca. 86%), classificato totalmente montano dall’ISTAT, tornano ad essere esenti dal tributo, come pure quelli ubicati nei comuni di Massa Martana, Gualdo Cattaneo e Acquasparta, che però complessivamente rappresentano appena l’1.3%, mentre quelli ubicati nei comuni di Orvieto e Collazzone ( ca. 12,7%), classificati parzialmente montani, risultano assoggettati al tributo comunale, perché l’esenzione ora dipende dalla qualifica del proprietario che ne gode se coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale, mentre gli altri devono effettuare il versamento per l’anno 2014 entro il 10 febbraio p.v. e poi per il 2015 e successivi, salvo un’auspicabile interpretazione ministeriale non rigidamente letterale della norma di cui all’art. 1, comma 2, del decreto legge, che estende sostanzialmente il beneficio anche ai terreni , ubicati in tali comuni, affittati a soggetti aventi la suddetta qualifica. L’inasprimento nel corso degli anni delle politiche fiscali sui beni immobili, che paradossalmente, almeno a nostro avviso, colpiscono pesantemente anche questo tipo di enti pubblici ( come la tassazione sui fabbricati, cui si sta appunto cercando di aggiungere anche quella sui terreni agricoli), con particolare riferimento sia alla forte riduzione degli incentivi per i beni culturali che all’assenza di aliquote IMU agevolate in considerazione della natura e delle finalità degli enti proprietari, riduce significativamente i proventi netti ricavabili, tra l’altro sempre più difficilmente, dal patrimonio dell’Ente e quindi le risorse a disposizione per il conseguimento delle finalità istituzionali.